Logo designed by Andrea Raffaelli | Sito designed by Trivelìn Studio
CONCORSO PER LA “RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA MARCELLO D'OLIVO E DEL LUNGOMARE DI LIGNANO PINETA”
Architetti
Gianmarco Mattiola, Chiara Pietrini
Committente Comune di Lignano Sabbiadoro (UD)
Tipologia d'intervento Riqualificazione piazza
Sito Lignano Sabbiadoro (UD), Italia
Superficie
11500 mq
Stato
Concorso internazionale
Anno
2023
Una piazza sul mare, un terminale d’arrivo e di partenza verso lido, aree commerciali e ricettive, verso le più disparate attività che la città è in grado di offrire alle persone che la vivono durante i diversi periodi dell’anno. Tutto questo è Piazza Marcello D’Olivo… o almeno potrebbe esserlo.
La sfida progettuale posta dalla tematica del concorso su questa realtà balneare ci ha portato in prima battuta a un doveroso confronto con chi prima di tutti ha immaginato e disegnato l’intero piano urbanistico. Nelle quattro proposte progettuali reperite dagli archivi si nota come D’Olivo abbia sempre pensato alla piazza sul mare come un punto nevralgico dove funzioni, forme e flussi sarebbero dovuti coesistere in un’organica commistione.
La realtà odierna allo stato di fatto si presenta invece come uno spazio irrisolto, un’area “limbo” dove percorsi, parcheggi, ciclovie, sensi di marcia, segnaletiche etc… occupano l’intero suolo pubblico disordinatamente senza privilegiare ciò che più al giorno d’oggi è di primaria importanza: lo spazio pubblico o per meglio definirlo, lo “spazio sociale”.
Da queste riflessioni e in ottica di un deciso miglioramento della qualità dello spazio verso una maggiore fruibilità si è sposata una proposta decisa e senza compromessi che pone prima di tutto come protagonista principale nel cuore di Lignano Pineta una mobilità leggera, lenta.
Queste premesse hanno portato inevitabilmente al primo segno grafico generatore del progetto, una soluzione architettonica in grado di creare forti connessioni, un luogo da attraversare ma ancor di più un luogo da vedere, un luogo da vivere.
La passerella si presenta come una soluzione d’effetto che risolve quella grande cesoia, quell’interruzione repentina che ad oggi tiene scollegata l’arteria commerciale del “treno” con il lungomare Kechler.
Questo “landmark” si pone in continuità con la spirale di D’Olivo; una sutura dalle forme organiche che lega e permette un flusso continuo e indisturbato delle attività, in primis quelle riguardanti la mobilità pedonale promuovendo lo sviluppo futuro dell’intera area di Lignano Pineta dando luogo a uno spazio pubblico quantitativamente e qualitativamente attrattivo.
Definito il segno principale, nell’ottica di una visione urbana che porti ad una totale riqualificazione dell’area, si è affrontato il tema degli spazi per la sosta. La piazza infatti oggi è occupata per circa il 50% da parcheggi per automobili e strade per la viabilità che creano un completo squilibrio tra lo spazio per le auto e quello per le persone. Anche su questa tematica la scelta è stata chiara e decisa. Il mezzo automobilistico in nessun modo favorisce o migliora lo spazio sociale dell’area d’interesse ma resta comunque uno spazio necessario da non eliminare bensì da destinare a spazio di interscambio, di ricovero. Il parcheggio interrato rimane la soluzione di gran lunga più efficace per attuare quanto proposto e potrà assumere forme e dimensioni differenti in base alla disponibilità economica a lui destinata.
L’ area, sgombra dagli spazi di sosta per automobili, non è più un parcheggio pubblico.
É ora libera di diventare una commistione di piazza, parco pubblico, giardino, spazio di gioco e d’incontro.
Un luogo piacevole da vivere ad Agosto come a Gennaio, un vero “spazio sociale” che collega ciò che era scollegato tanto nella città quanto nella relazione tra le persone che lo fruivano.
Attorno a questo “nuovo” spazio pedonale, annegato all’interno di una ripristinata pineta, viene riorganizzato il traffico veicolare e ciclabile che si pone in continuità con le future previsioni generali del piano urbano del traffico della città.
Pedoni e ciclisti acquisiscono il ruolo di protagonisti indiscussi senza però restringere in modo violento il flusso di automobili che negli ultimi decenni è aumentato vertiginosamente.
Vengono ridotte al minimo le possibili interferenze tra la mobilità veloce e quella lenta e fragile pur coesistendo all’interno della stessa area.
ll verde diventa elemento cardine del progetto sia per mitigare l’effetto dell’aumento delle temperature e della radiazione solare, migliorando permeabilità del terreno e favorendo un filtro sulle correnti dei venti, ma sopratutto anche per il notevole valore paesaggistico che conferisce al nuovo “spazio sociale”. Sono ridotte al minimo le possibili interferenze tra la mobilità veloce e quella lenta e fragile.
Pochi segni grafici generatori del progetto, una soluzione architettonica in grado di creare forti connessioni, un luogo da attraversare ma ancor di più un luogo da vedere, un luogo da vivere.
La passerella si presenta come una soluzione d’effetto che risolve quella grande cesoia, quell’interruzione che ora invece collegherà l’arteria commerciale del “treno” con il lungomare Kechler.
Come ultimo atto volto alla riqualificazione urbana si è pensato ad un vero e proprio spazio attrattore, un luogo “dove accadono cose” dal semplice sedersi e riposare in forma individuale al grande evento collettivo.
Si è voluta valorizzare la presenza del mare che sarà sfondo scenico di prestigio per una variopinta possibilità d’eventi e manifestazioni.
Lo spazio come pensato ben si presta ad ospitare attività sportive, manifestazioni culturali quali concerti e opere teatrali, mercati all’aperto e molte altre attività capaci di attirare turisti duranti i diversi periodi dell’anno. Una gradinata su due livelli con due porzioni piane permette di gestire eventi a piccola o media grandezza come quelli attualmente svolti, ponendosi anche nell’ottica di far coesistere diverse realtà allo stesso tempo.
Sostenibilità ambientale e scelta dei materiali hanno influenzato molto la proposta presentata.
Il verde occupa un elemento cardine del progetto sia per mitigare l’effetto dell’aumento delle temperature e della radiazione solare, migliorando permeabilità del terreno e favorendo un filtro sulle correnti dei venti ma sopratutto anche per il notevole valore paesaggistico che conferisce.
Il “teatro sul mare” pensato in blocchi di pietra d’Istria, materiale dalle colorazioni e resistenze particolarmente adatte all’ambiente marittimo, permette un’efficace barriera all’azione di vento e sabbia.
La possibilità che l’alta marea ad intermittenza e l’innalzamento del livello del mare in un non lontano futuro inglobi parte della base del teatro non è da considerarsi una criticità incontrollata ma una scelta progettuale ben specifica che conferisce un’ulteriore commistione tra architettura e natura creando quello spazio “naturalmente antropizzato” ricercato in tutte le tematiche di progetto e tanto caro a D’olivo.